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Il monte Ramaceto - Festa Monte Ramaceto

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Il monte Ramaceto

   Il monte Ramaceto che domina la frazione della Croce, è una delle più alte vette dell’Appennino Ligure con i suoi 1345 m.  s.l.m. , durante la Seconda Guerra Mondiale era un rifugio sicuro per i partigiani durante i rastrellamenti. Avvenne che un cicagnino, Gino Foppiano, in prossimità della vetta fu catturato; in quel frangente fece voto che: qualora fosse stato liberato , avrebbe edificato una cappella consacrata alla Vergine. Miracolosament fuggito, al termine del conflitto, adempì al suo voto, ed in più una Madonna di marmo fu posta sul luogo preciso dove era stato imprigionato. L’edificio religioso fù distrutto da un fulmine ne 1968 e ricostruito nel 1971 dal C.A.I. ( Club Alpino Italiano ), sezione di Chiavari.
    La statua  della Vergine, mutilata da vandali  fu sostituita nel 1985 per iniziativa di un gruppo di abitanti del Comune Orero.
    La cappella è divenuta oggi un cenotafio , dove lapidi marmoree ricordano i membri del C.A.I. morti mentre inseguivano la loro passione. Nel 1992, vicino alla cappella è stato realizzato un altare in ardesia per commemorare Roberto Piombo e Gianni Calcagno, alpinisti liguri , periti mentre tentavano un’ascensione sul Monte Mac Kinley, in Alaska.
    Unitamente all’inaugurazione della cappella, da Gino Foppiano  fu anche iniziato anche una manifestazione folcroristica .
    Essa aveva il seguente svolgimento : una camminata di primo mattino fra i boschi, con raduno e accampamento al “Passo della Selva”, oltre i mille metri, dove si lasciavano i sacchi per il pranzo . Indi si saliva in pellegrinaggio alla cappella . Qui giunti, si ascoltava la messa officiata da un sacerdote , concluso il sacro rito, ci si intratteneva brevemente in una contemplazione  meditativa. Ridiscesi al passo si pranzava con carne in ”sa ciappa “ e tipici piatti della cucina ligure ( melanzane ripiene , torta di riso , ecc.) Nel pomeriggio su di uno spiazzo naturale adatto allo scopo, chi lo desiderava, poteva ballare al suono di una allegra fisarmonica . solitamente le danze di protraevano sino al tramonto, quando le tenebre incombenti costringevano tutti a ridiscendere a valle . La manifestazione ebbe vita sino agli anni ’70, per essere poi ripresa nel 1985.

La cappelletta è stata ristruturata nel 2020 grazie all'opera di un gruppo di volontari, con la collaborazione del CAI Chiavari ed inaugurata a Settembre 2020.

Nel 2022 è stata rimessa, sul colmo del tetto, la croce realizzata in ardesia.   

Antichi sentieri e vie di comunicazione

Orero ebbe una sua rilevanza  sin dall’antichità, in quanto luogo di transito obbligato per poter raggiungere Piacenza dalla Riviera ( già  nel 218 a.C. è testimoniata  l’esistenza di un aviatissimo commercio fra Rapallo e Piacenza ).
    Per esso , infatti , transita una della diramazione per la Via di Piacenza , come dimostrano alcuni tratti di lastricato di epoca romana ancora oggi visibili, che tramite il passo della Ventarola ( 950 m. s.l.m. circa) si immette in Val d’Aveto e di lì in Bassa Padana.
    Nei pressi del passo della Ventarola esisteva la dogana fra il Ducato di Parma e il territorio che  ricadeva  sotto Rapallo .
    Il percorso oltre la Ventarola ci è così descritto da Giuseppe Fontana ( Rezzoaglio e Val d’Aveto .Cenni storici ed episodi) :” Detta strada oltre il paese di Ventarola ,proseguendo, toccava Isoletta e Parazzuolo ( il nome di quest’ultimo paese pare derivi dalle palafitte su cui erano piantate le sue prime abitazioni). Da questo punto essa inoltra vasi verso Priosa , poiché ….l’altopiano di Cabanne a quell’epoca altro non era che una vasta palude . Imboccata la valle Salto , sotto il passo dei Lagazzi, bifolca vasi. Un ramo superando detto valico , metteva in Val Trebbia , e proseguiva per Casoni , Fontanigorda , Casanova, Pietranera, Croce, Toveraia, Ottone, Aracà, Traschio, Losso e Ponte Organasco. Ivi, valicato il Trbbia , dividevasi nuovamente : un ramo metteva a Montarsolo , Bobbio e Piacenza ; l’altro a brallo, Varzi e Voghera ….Il ramo rimasto in Val d’Aveto , percorso un dato tratto, a sua volta dividevasi in due ; il primo scendeva a Villa Garba , Gaie, Piano, Brignole, Calcinara, Isolarotonda e Rusagni . Superato quindi il torente Gramizza , dove attualmente vi è il ponte della camionale  Rezzoaglio-Bobbio , proseguiva per Caselle , S.Stefano d’Aveto , Passo della Crociglia, ferriere, Bettola e Piacenza , Il secondo ramo invece, rimasto in vallata ( Val d’Aveto ) , veniva a far parte della strada del Cifalco ( dalla Scoferra a Ponte Organasco ) “
   L’importanza della strada della Ventarola  per il borgo è testimoniato anche dalla toponomastica , difatti la via più antica e principale reca tale nome .
    Lungo essa per molti secoli , sino a fine ‘800, transitavano  i “Spallalori” ( uomini che trasportavano sulle spalle o in grosse gerle vari carichi in proprio o al servizio di terzi) ed i mulattieri che da Rapallo trasportavano a Piacenza l’olio, il cuoio ed il sale e riportavano cereali , formaggi e vini.
     I cereali in particolare erano destinati a Cicagna , nota fino a metà del XIX  secolo per essere il “Forno della Riviera “. L’importanza  di questa attività è testimoniata da una antica licenza  richiesta dai Cicagnini alla Curia Genovese per potere portare il pane anche di domenica.

Aggiornato il 05.07.2023
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